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Il mulino del paese abbandonato sul Turrite Cava

Nel Comune di Lucca, a Fabbriche di Valico, salendo la strada comunale che costeggia il torrente di Turrite Cava si trova un piccolo ed antico villaggio abbandonato formato da qualche piccola abitazione ed un mulino.

Fabbriche di valico mulino abbandonato
Il borgo visto dalla strada comunale

Istituto del Mondo Arabo a Parigi

L’Istituto del Mondo Arabo IMA (Institut du Monde Arabe in francese), è situato nel pieno centro di Parigi, nel V Arrondissement. Aperto al pubblico dal dicembre 1987, è stato progettato dall’architetto Jean Nouvel e dal Architecture-studio che hanno voluto realizzare connubio tra la cultura araba e cultura occidentale.
La costruzione di quest'edificio pur essendo iscritto nella politica dei grandi lavori voluti da François Mitterrand è stato deciso sotto il settennato di Valery Giscard di Estaing nel 1973 con la volontà di migliorare le relazioni diplomatiche tra la Francia ed i paesi arabi.
La facciata settentrionale che si affaccia sulla Parigi storica, la facciata meridionale riprende i concetti storici della geometria ed architettura araba con 240 moucharabieh (Musharabie in italiano) formati da diaframmi. Questi diaframmi si aprono o chiudono a seconda della luce che batte sulla facciata regolandone il passaggio all’interno dell’edificio.

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una vista di insieme della facciata settentrionale

Il vecchio ponte dell’autostrada a Ripafratta

Sottotitolo: “Anche il degrado ha il suo fascino”

Il ponte, costruito intorno al 1930, faceva parte dell'autostrada A11, nota anche come Firenze-Mare, che è cronologicamente la seconda autostrada italiana, costruita durante il ventennio fascista dopo l'Autostrada dei laghi. Fu chiuso nel 1962, durante i lavori di raddoppio della careggiata dell’autostrada e mai più riaperto, sostituiti da un nuovo percorso, comprendente un nuovo ponte, a poca distanza.
Per capire meglio il degrado del cemento armato potete leggere l’articolo sulla carbonatazione.

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Toiano

Toiano è un antico borgo nel comune di Palaia, in provincia di Pisa. Le sue origini risalgono all'alto medioevo, e la struttura del paese resta quella di un castello a cui si accede tramite un ponte. Il paese, fino ad un paio d’anni fa è stato disabitato, è stato recentemente ristrutturato in alcune parti ed alcune famiglie ora ci abitano in pianta stabile. Toiano è stato segnalato al FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) nel censimento dei luoghi del cuore da salvare. È situato in una zona di notevole interesse paesaggistico, tra l'area palaiese e quella volterrana, tra le morbide verdi colline pisane e i calanchi di sabbia che sconfinano nelle balze della zona intorno a Volterra.

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Una vista di insieme del borgo


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La chiesa sconsacrata


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I resti di una porzione di un edificio
   
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Le mura antiche del borgo
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Un altra immagine dei resti delle mura antiche


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Il crollo di una porzione di edificio mette a nudo l'orditura caotica delle pareti
Il crollo di alcuni edifici del borgo mettono in evidenza la povertà delle murature: caotiche, a sacco (muro di fronte) o a tre paramenti aderenti non connessi (muro visto in sezione) ed il legante,di scarsissima qualità, che si sbriciola al tatto.
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Un particolare dell'orditura caotica dei muri
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Una volta a botte sottile parzialmente crollata


Nella foto soprastante si vede una piccola volta a botte a foglio, tipica dell'architettura toscana. Interessante notare quant'è ribassata la volta e come si sia utilizzato per riempimento dei rinfianchi terra e materiali di scarto incoerenti.


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Particolare di un architrave con archetto di scarico

Dalla foto soprastante si vede come, grazie all'arco di scarico, sull'architrave in pietra grava il solo carico dei pochi mattoni tra lo stesso architrave ed i mattoni disposti a capanna.

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Tipico tetto in coppi ed embici

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Una vista della valle dal borgo di Toiano (HDR)


A presto, Braian.

L’isola di Pianosa

Pianosa, in epoca romana,  era chiamata Planasia. Luogo di deportazione, qui fu esiliato nel 6-7 d.C. Agrippa Postumo, nipote ed ex-erede di Augusto. Agrippa rimase sull'isola fino al 14, anno in cui fu giustiziato. Fra le costruzioni d'epoca antica sono visibili, fra gli altri, i ruderi di una villa romana e un sistema di catacombe scavato su due livelli. La villa romana, parzialmente conservata, è conosciuta appunto col nome di Villa di Agrippa o Bagni di Agrippa, dal nome del nipote di Augusto. Lo stile architettonico e le tecniche di costruzione suggeriscono effettivamente che la villa sia stata edificata sul finire del I secolo a.C. e abbandonata nel corso del I secolo d.C.
panoramica porto vecchio
Vista panoramica del porto antico
Nel 1858 viene istituita dal Granducato di Toscana "la colonia penale agricola della Pianosa" e furono inviati sull'isola i condannati destinati ad occuparsi dei lavori nei campi. Vi fu detenuto nel 1932 anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici.

In epoca moderna l'isola è nota per aver ospitato un penitenziario di massima sicurezza, dove erano detenuti soprattutto pericolosi esponenti della mafia e appartenenti a organizzazioni terroristiche. La zona di massima sicurezza, denominata "Agrippa", fu voluta dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Tra gli altri, vi vennero rinchiusi personaggi come Francis Turatello, Pasquale Barra e Renato Curcio. Dobbiamo anche ricordare il lavoro duro e difficile degli allora Agenti di Custodia, molti dei quali furono vittime di aggressioni da parte dei carcerati.


Il carcere, chiuso dopo 140 anni nell'agosto 1998, ha contribuito a conservare l'ambiente naturale marino e terrestre. Attualmente l'isola non è permanentemente abitata, se non per pochi detenuti semiliberi che lavorano alla manutenzione dell'esistente e alcuni agenti di polizia penitenziaria, circa una decina in tutto.

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Il Palazzo della Specola
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Porta sulle mura del porto antico
 
pianosa porto vecchio
Altra vista del porto antico

Lunghe le strade dell’isola ci sono splendidi muri a secco a sacco costruiti con blocchi di arenaria abilmente squadrati e riempiti con i sassi tolti dai campi durante il loro dissodamento.
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Muro a secco a sacco in arenaria squadrata
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Torre sopra il vecchio ingresso al carcere
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Il sanatorio di punta Marchese


Forte Teglia

Il Forte Teglia è un complesso fortificato situato sull'Isola di Pianosa, nel territorio comunale di Campo nell'Elba, in provincia di Livorno. La sua ubicazione è all'interno dell'abitato di Pianosa Isola, su un modesto sperone che chiude a ovest il Porto Vecchio di Pianosa e ad est il moderno approdo. Assieme al Palazzo della Specola e alle cortine murarie merlate, costituiva una delle strutture a protezione dell'antico porto di Pianosa.


L'imponente complesso venne fatto costruire da Napoleone Bonaparte su progetto dell'ingegner Ponticelli, divenendo una struttura strategica per il controllo dell'isola che era contesa in quel periodo tra Francesi ed Inglesi.

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Forte teglia 1

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Forte Teglia 2
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Forte Teglia 3

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Forte Teglia 4

Pianosa è un posto meraviglioso dove natura e storia si incontrano. Purtroppo da quando è stato chiuso il carcere il degrado sta distruggendo un patrimonio inestimabile della nostra storia, per saperne di più vi invito tutti a visitare questo interessantissimo sito:


A presto, Braian.

Riferimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Isola_di_Pianosa_(Toscana)

Il Ponte del Diavolo

La leggenda del ponte del Diavolo (Ponte della Maddalena)
Ponte realizzato secondo il volere della contessa Matilde di Canossa (1046-1115) , si tratta di una costruzione dall’architettura particolare e dalla complessa tecnica di realizzazione , l’aspetto attuale è dovuto ad una parziale ricostruzione ordinata dal signore di Lucca Castruccio Castracani (1281-1328) , il ponte è situato a Borgo a Mozzano e ne è diventato l’emblema nel mondo. La Sua forma a “ schiena d’asino “ unisce le due sponde del fiume serchio, grazie all’ausilio di due archi asimmetrici,la sua particolare struttura ha dato origine alla leggenda dalla quale ne deriva il nome “ Ponte del Diavolo “ . Si narra che l’architetto responsabile della sua costruzione non riuscendo a completarlo nei tempi prestabiliti, e preoccupato dalle conseguenze che ciò avrebbe comportato, scese a patti con il diavolo barattando l’anima di colui che avrebbe attraversato il ponte per primo con la fine dei lavori. Il diavolo durante la notte terminò l’opera e si mise in attesa per riscuotere il suo compenso, ma l’architetto in preda a una crisi di coscienza confesso la sua malefatta ad un prete che gli consiglio di rimediare con uno stratagemma. Il ponte fu inaugurato il giorno successivo con tutti gli onori del caso , ma con sorpresa di tutti il primo ad attraversarlo non fu un uomo ma un porco, cosicché il diavolo beffato si dovette accontentare dell’anima della bestia e ritirarsi nelle acque del Serchio.
ponte del diavolo
 ponte del diavolo
 Ponte del diavolo
Ponte del diavolo HDR
PONTE DEL DIAVOLO HDR
PONTE DEL DIAVOLO HDR