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L'Ispezione delle strutture lignee

Sottotitolo: "come valutare lo stato di conservazione del legno"

Articolo del Dott. Forestale Massimiliano Lenzi

L’ispezione delle strutture lignee è finalizzata alla conoscenza dettagliata del loro stato di conservazione ed è la fase preliminare per il loro recupero. Attualmente le strutture lignee esistenti sono principalmente riscontrabili nelle coperture e nei solai di palazzi storici, edifici di culto, teatri, abitazioni private, edifici rurali, ecc.. Queste strutture, diffuse in Italia con un’ampia tipologia, sono spesso presenti sin dall'origine dell’edificio, talvolta con un elevato valore storico, artistico e tecnico e pertanto meritevoli di essere conservate.

       Copertura costituita da capriata, travi di colmo e falsi puntoni


Apertura Vani in muratura Portante - Parte 4: Video Chiaccherata

Dopo aver parlato di come progettare una nuova apertura in parete portante in questo articolo diviso in tre parti oggi vi riporto il video di un webinar, una chiacchierata fatta in collaborazione con Lavori Pubblici, il Comitato Professioni Tecniche e Ingegneria delle Strutture.

In questa chiacchierata ho cercato di ripercorrere tutto l'iter progettuale e parlare della fondamentale cura nella cantierizzazione di questo intervento.

Ing. Braian Ietto




Apertura di vani in muratura portante - Parte 3: la costruzione della curva di capacità.

Ciao a tutti, nella prima parte dell'articolo abbiamo parlato in generale di cosa è possibile fare o meno e quali siano le prescrizioni quando si vuole realizzare una nuova apertura su muratura portante, nella seconda parte dell'articolo abbiamo visto invece come calcolare la rigidezza della parete prima e dopo l'intervento. In questa terza e conclusiva parte andremo a vedere le restanti verifiche da effettuare costruendo la curva di capacità della parete prima e dopo l'intervento.


Esempio di cerchiatura metallica

Apertura di vani in muratura portante - Parte 2: la verifica della rigidezza

Ciao a tutti, nella prima parte dell'articolo abbiamo parlato in generale di cosa è possibile fare o meno e quali siano le prescrizioni quando si vuole realizzare una nuova apertura su muratura portante.

In questa seconda parte, una volta definita l'apertura da realizzare andiamo a vedere le verifiche che dobbiamo effettuare al fine di inquadrare l'intervento come Intervento locale e come dimensionare gli eventuali interventi di ripristino della rigidezza della muratura.

Le verifiche

La normativa, al fine di inquadrare l'intervento come locale ci chiede che:

"[...] non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti."

Apertura di vani in muratura portante - Parte 1: inquadramento dell'intervento.

Ciao a tutti, in questo articolo voglio cominciare a parlarvi di uno degli interventi che più spesso ci troviamo ad affrontare: la realizzazione di nuove aperture su muratura portante in edifici in muratura. In questa prima parte, indirizzata forse di più ai non addetti ai lavori (che hanno intenzione di realizzare nuove aperture nei propri edifici) vedremo cosa è possibile fare e cosa comporta. Forse dirò cose quasi scontate ma ho visto in diverse occasioni che c'è ancora abbastanza confusione su questo argomento.

La rigidezza di un maschio murario


sottotitolo: “come trovare l’altezza deformabile di un setto in muratura”

In questo articolo vediamo come calcolare la rigidezza di un maschio murario ponendo particolare attenzione sulla valutazione dell’altezza deformabile.

La rigidezza di un maschio murario
I maschi murari sono schematizzati come elementi monodimensionali vincolati alla base e collegati in testa dalla trave alta detta anche fascia di piano.

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Modellazione FEM del consolidamento di una volta con cappa armata

In questo articolo riprendiamo a parlare del consolidamento delle volte in muratura mediante cappa armata. Riporto in questo articolo uno studio eseguito per la mia tesi triennale che aveva, come obbiettivo, la validazione di questa tipologia di intervento. Lo studio prevedeva la creazione di un modello agli elementi finiti, tramite il programma Strauss, di una tipica volta a padiglione studiandone poi i risultati in varie ipotesi.

IL MODELLO





volta laterizio fem

Sezione del modello FEM

Verifica a compressione muratura per carichi concentrati

Le NTC08 al punto 4.5.6.2 inseriscono tra le verifiche agli SLU da effettuare quella per carichi concentrati rimandando a normative di comprovata validità. In questo articolo vedremo come effettuare questa verifica secondo l’Eurocodice 6: progettazione delle strutture in muratura.



La verifica è soddisfatta se risulta:
con

Consolidamento delle volte in muratura mediante cappa armata

Dopo aver visto il funzionamento, l’analisi delle lesioni e i cedimenti delle imposte di archi e volte in muratura oggi vediamo un metodo di consolidamento delle volte mediante la creazione di una controvolta estradossale in cemento armato.
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stratigrafia dell'intervento con cappa armata
Questo intervento, frequentemente adottato negli ultimi decenni, consiste nel collegare la volta esistente ad una controvolta estradossale in calcestruzzo armato. Si viene a creare in questo modo una nuova struttura resistente che collabora con quella sottostante comportandosi come una nuova volta di spessore maggiorato.

Le pasticche di calce

Sottotitolo: “valutare l’evolversi delle lesioni a costo zero.”

Oggi vediamo brevemente un metodo per valutare l’evoluzione di una lesione: le pasticche ti calce. Si tratta di un metodo molto pratico di valutare in maniera qualitativa l’evolversi di una lesione. Un altro metodo a basso costo spesso utilizzato è quello di posizionare un vetrino a cavallo della lesione, questo però si può rompere per motivi diversi come urti o diversità nel coefficiente di dilatazione termica ed offre quindi minori garanzie di efficacia.

lesioni muratura

Dissesti di archi e volte - i cedimenti delle imposte

Dopo aver visto l'approccio all'analisi del quadro fessurativo di archi e volte oggi analiziamo il dissesto più frequente nelle strutture spingenti: i cedimenti delle imposte. La presenza di archi e volte può generare dei moti rotatori e delle inflessioni sensibili verso l’esterno dei muri d’imposta. Queste manifestazioni sono causate dall’eccessiva componente orizzontale della spinta di archi e volte. La riduzione della capacità di assorbimento della spinta da parte del piedritto può essere imputata ad un cedimento rotazionale delle fondazioni, ad una riduzione del carico verticale stabilizzante proveniente dai piani superiori o da un incremento della spinta. 



Cedimenti d'imposta dovuta ad una spinta eccessiva

Dissesti di archi e volte: approccio ed analisi del quadro fessurativo

Questo post segue l'articolo "Archi e volte, cenni storici e funzionamento."

Approccio all'analisi della struttura
Nel caso si esamini un edificio esistente che presenti segni di dissesto occorre interpretare e descrivere il fenomeno ed individuarne le cause al fine di valutarne la sicurezza. La tappa fondamentale per la valutazione di sicurezza in caso di dissesti è di individuarne la causa: questo può avvenire attraverso l’esame ed il rilievo dei segni visibili (fessure, lesioni, schiacciamenti, cedimenti, …) oppure, nei casi più complessi, è indispensabile il ricorso a delle opportune tecniche di indagine.
Lesione dovuta al cedimento di un imposta.

Archi e Volte - Cenni Storici e Funzionamento








“L'arco è una costruzione nata da due debolezze dalla cui unione risulta una grande forza” Leonardo da Vinci





Cenni storici
Prima che fossero inventati acciaio e cemento armato per coprire luci orizzontali si potevano utilizzare travi in legno o strutture curve in pietra o mattoni. Le prime però non garantivano luci di grossa portata (lo sviluppo delle prime strutture reticolari che ovviavano a questo problema, le capriate, avviene nelle chiese paleocristiane, quindi solo dopo la nascita di Cristo) e poi con le tecnologie dell'epoca non potevano sopravvivere al tempo e al fuoco. Nasce così l'arco in muratura.


A lungo si è ignorato il funzionamento statico di esso, scoperto di fatto solo nell'800, quando la scienza delle costruzioni aveva raggiunto la sua maturità. Dell'arco e delle dimensioni da assegnare per evitare il crollo parlano tutti i trattatisti, da Vitruvio fino all'Alberti, il quale ipotizza la genesi dell'arco a partire da due travi inclinate accostate, tra le quali ne viene posta una orizzontale. Leonardo nei Codici di Madrid è il primo a studiare l'arco come struttura: determina il peso di ciascun concio sul piano inclinato che lo sostiene e studia le fratture che si generano e il meccanismo di collasso. De la Hire nel 1684 formula la prima teoria per il calcolo degli archi che tuttavia trascura l'attrito tra i conci. È Coulomb che introduce nel 1776 l'attrito. Nell'800 il dibattito si fa sempre più ricco di interventi, con l'introduzione dei nuovi materiali e di nuovi concetti. Risale al 1840 il metodo di calcolo degli archi in muratura che tutt'oggi si utilizza vale a dire il metodo di Mery.